Se durante una passeggiata in campagna, in città, o addirittura un’ora di relax nel vostro giardino notate un grande (anche 30 cm di diametro) “batuffolo di ovatta” attaccato a una Conifera (pino o cedro), scappate a gambe levate, soprattutto se con voi c’è il vostro cane. Inoltre, state a distanza di sicurezza (almeno 20 m) e provvedete a chiamare immediatamente il Servizio fitosanitario della vostra Regione, di cui trovate i riferimenti sul motore di ricerca di internet. Ebbene sì. Vi siete purtroppo imbattuti in un nido di processionaria sulle piante. Pertanto, i mesi fra marzo e maggio sono i più pericolosi perché i bruchi di questa farfalla, che stanno migrando, sono altamente urticanti. In caso di contatto con loro, umani e animali devono essere portati immediatamente al pronto soccorso!
Come vive la processionaria?
Si chiama “processionaria” (Thaumetopoea pityocampa) perché appunto le larve, tra marzo e maggio, abbandonano il nido invernale aereo e scendono al suolo in processione. Tutte in fila si dirigono verso le zone più calde e soleggiate. Qui, vicine agli alberi infestati, si interrano per restare quiescenti fino a che le condizioni ambientali non sono favorevoli allo sfarfallamento degli adulti (anche anni).
Gli adulti sono farfalle poco appariscenti e di modeste dimensioni, con abitudini crepuscolari e notturne. In estate, tra la fine di giugno e la fine di agosto, fuoriescono dal terreno dove hanno trascorso la fase quiescente. Dopodiché, le femmine fecondate depongono le uova sui rami delle Conifere. A fine agosto-inizio settembre dalle uova sgusciano le prime larve che tessono il nido dove trascorrono la stagione fredda. Su un albero possono trovarsi più nidi invernali, in base al livello dell’attacco.

I bersagli e i danni
La processionaria sulle piante attacca, in particolare, tutte le specie di pino, ma predilige Pinus nigra e Pinus silvestris. Invece, in città, “si accontenta” dei cedri (Cedrus atlantica, C. libani), Conifere “di ripiego” per il lepidottero. Il danno alle piante è determinato dalle larve che, con il loro apparato boccale masticatore, si nutrono degli aghi. Gli alberi colpiti assumono un aspetto spelacchiato, con defogliazioni più o meno intense. In genere, però, questo insetto non mette a rischio la sopravvivenza degli alberi.
Quelli veramente gravi, invece, sono i problemi determinati dalla presenza dei peli urticanti che ricoprono il corpo dei bruchi. Toccare le larve o anche venire sfiorati dai loro peli trasportati dal vento causa reazioni allergiche molto dolorose. Non solo, causano anche forti irritazioni alle vie respiratorie, agli occhi e alla pelle. Ancora peggio capita al cane che, incuriosito dalla processione, prende in bocca un bruco. In questo senso, i danni al tartufo e alle mucose della bocca e alla lingua possono essere anche gravissimi. Che si tratti di umani o di animali domestici, il consiglio è di andare immediatamente al pronto soccorso.
Processionaria sulle piante da giardino: un problema risolvibile
Se avvistate uno o più nidi di processionaria nel vostro giardino, il consiglio migliore – oltre a quello di non mettervi più piede fino a disinfestazione avvenuta – è di rivolgervi a una ditta specializzata in manutenzione giardini, magari disponibile anche presso il vostro Centro di Giardinaggio. Il fai-da-te, considerata la pericolosità delle larve, è sconsigliato.
I manutentori ben protetti da un abbigliamento anti-contatto, intervenendo fra novembre e febbraio, taglieranno con lo svettatoio o con il cestello la porzione di ramo con il nido e provvederanno all’eliminazione mediante fuoco controllato.
Fra aprile e maggio installeranno su pini e cedri le specifiche trappole a feromoni per la cattura massale dei maschi di processionaria, il che non eliminerà il problema, ma lo ridurrà in termini di numero di femmine fecondate.
Infine, in settembre-ottobre torneranno per irrorare almeno una volta la chioma delle Conifere con Bacillus thuringiensis subsp. kurstaki, un insetticida microbiologico attivo contro le larve dei lepidotteri e selettivo nei confronti degli insetti utili (quali le coccinelle) e dei pronubi (api, bombi, ecc.), ammesso in difesa biologica.
Con questa strategia combinata, è probabile una risoluzione del problema nell’arco di un anno (a condizione che non ci siano altre infestazioni non controllate nei giardini vicini).
In collaborazione con AICG